Conferenze e proiezioni

Sono a disposizione alcune conferenze e proiezioni di diapositive che illustrano sia l’attività svolta da Eco Himal, sia semplici reportage di viaggio.

Area himalayana

- Le luci dello Zanskar. A piedi da Padum a Lamayuru.

Un trekking di 10 giorni, definito classico, nel senso che chi ama camminare lo deve percorrere una volta nella vita ! Giorni intensi, scendendo in valli profonde scavate tra le montagne dell'himalaya Indiano, risalendo ripidissimi pendii in cima ai quali un chorten aspetta il viandante. Pochi villaggi dove abitano persone che trascorrono una durissima vita legata in modo totale alla natura che sta intorno. Meravigliosa luci che imprvvise si accendono per spegnersi subito dopo... Approfondimento

 

- Khumbu, ai piedi delle Grandi Montagne.

La valle del Khumbu è la più famosa del Nepal, e se la si visita si capirà senza dubbio il perchè! In questa proiezione una raccolta di immagini e la storia di un luogo fatto da molto di più che dalle stupende montagne che svettano imponenti protendendosi verso il cielo... Alcune immagini anche qui sul sito

 

- Spiti, il paese di mezzo.

Valle nell'himalaya indiano, discosta dai classici percorsi di trekking, offre la meravigliosa opportunità di visitare villaggi rurali che pur a contatto con il mondo moderno mantengono tradizioni e stili di vita tipici della cultura tibetana... Da qui transitò verso il Tibet il buddismo, e il Tibet è proprio dietro le magnifiche montagne, molte mai salite, che fanno da corona a questa valle... Approfondimento

 

- Vivere le Grandi Montagne. Miti, popoli e solidarietà. Trekking e spedizioni.

Un racconto dei molti modi in cui si possono "vivere le Grandi Montagne". Il rapporto con le popolazioni, il conoscerne la storia, la vita quotidiana, i miti e le leggende. Il sostenerle. Il cercare di capire o semplicemente accettare cose in contraddizione col nostro modo di pensare e vivere. Il camminare sui sentieri per il semplice gusto di farlo, guardandosi attorno con stupore e meraviglia. Il realizzare il sogno di partecipare a una spedizione alpinistica. Il rendersi conto di come tutto si compenetra nel grande affresco della Vita.

 

- Il mio Tibet - Intime visioni e narrazioni

...... La bellezza di ciò che stavo vivendo era perfetta nella sua assoluta purezza e semplicità. Quell’attimo poteva essere parte del presente o del passato o del futuro. Non aveva nessuna importanza.......

Durante i miei viaggi non scrivo mai un vero e proprio diario, ma talvolta fisso i pensieri che improvvisi e nitidi nascono nella mia mente. Essi diventano i regali che porto al mio ritorno alle persone che amo.

Alcuni di questi pensieri nati sull'altopiano tibetano, uniti alle immagini là scattate, sono il filo conduttore di questa proiezione.

 

- Tibet – La terra dell’aria sottile

 

Nel tempio illuminato dalla luce delle lampade al burro è seduto un monaco. La sua voce, bassa e profonda, ripete all’infinito sillabe sacre, il cui suono senza tempo raggiunge chi ascolta per penetrare fino ai più profondi recessi della mente e dell’anima. Fuori il paesaggio sembra non poter essere contenuto dentro allo sguardo. Immensi scenari chiusi all’orizzonte da imponenti montagne, coperte di nevi eterne, dimore degli Dei. Laghi blu cobalto incastonati come gioielli in una terra brulla dai colori della sabbia, che si incendia al calar del sole. Uomini e donne dai volti scuri, segnati dalla fatica, sempre pronti al sorriso, che conducono greggi di pecore e di yak, come hanno fatto i loro padri, e i padri dei padri, fino a dove la memoria permette di ricordare. Rovine di palazzi testimoni della storia passata. Statue e dipinti, tripudio di colori. Luce intensa. Solitudine misteriosa. Aria sottile.

Vengono mostrati attraverso le immagini i diversi aspetti di un paese unico al mondo, pieno di problemi e di contraddizioni, abitato da gente orgogliosa della propria terra. Una terra che affascina e ammalia con forza immutabile chiunque vi si rechi.

 

- Pakistan – non solo montagne

L’imponente mole del Rakaposhi mi osserva dalla credenza della cucina. Forse è per lui che sto scrivendo queste righe. La mia partenza per il Pakistan è avvenuta quasi per caso, uno di quei casi che costellano di punti fermi la mia vita di questi anni. Avrei voluto recarmi in Ladakh per accrescere la conoscenza del mondo himalayano a cui sono legata da fili sottili. Ma non doveva essere così. Avevo sempre pensato distrattamente al Pakistan o perlomeno ci avevo sempre pensato solo in relazione alla mia passione per le montagne, il Chogolisa. Il K2, il Gasherbrum, e quindi ho vissuto ogni giorno del viaggio come un’autentica sorpresa.

Non voglio descrivervi l’itinerario che abbiamo seguito, né scrivere di quante volte ci siamo sentiti dire quanto eravamo fortunati perché non c’erano frane, perché la strada era aperta, perché le nuvole non coprivano le montagne, perché di solito in due settimane, perché, perché. L’itinerario spesso è una cosa marginale in un viaggio e serve solo a collegare luoghi comunque nuovi, visi, profumi, problemi. Ma che sogno sarebbe semplicemente partire e andare! E poi, forse, tornare.

Durante le due settimane trascorse nel “paese dei puri” ho scarabocchiato brevi pensieri su pezzi di carta e poi li ho messi insieme quasi a divenire testimonianza di ciò che avevo vissuto. E’ questo che vorrei raccontarvi.

Una sosta, e sento la carezza del vento a un campo di grano. La meraviglia di campi e orti, verdi oasi nel paesaggio arido e spoglio del nord. Una svolta, e incontro uno sguardo stupito che si trasforma in una mano alzata in saluto.Quante volte tra Gilgit e Chitral abbiamo sorriso, salutato, gioito di incontri con gente qualunque, impegnata nella dura vita quotidiana. Una notte di luna e bellissimi occhi in cui perdersi per incontrare un’anima. Già, un paese è fatto soprattutto da chi vi abita, e arrivare fino all’anima di costoro non è forse il vero e unico viaggio? Un passo, un confine, ed ecco fiori dai tanti colori che non hanno scelto da quale parte sbocciare. Il Kunjerab Pass, magnifico pianoro attraversato dalla linea immaginaria che divide due popoli, ma che non può fermare la festa dei fiori. Il nastro argentato di un fiume che si snoda nella valle profonda, mentre la notte prende il posto del giorno. Phander, Shandoor, Khalti, Karimabad, che gioia per lo spirito le luci e le ombre che si sono succedute in luoghi che parevano fuori dal tempo! Un viso nascosto dietro a un velo pesante, oppressione che sembra non voler terminare. Ecco l’altra faccia di un paese che incanta, ma che talvolta nei suoi villaggi senza donne sembra privo di equilibrio stabile. Una distesa infinita di tende, inferno su questa nostra terra. Grazie a Dario e al suo impegno sociale, sono entrata in un campo di rifugiati afgani, nei sobborghi di Peshawar. E quando sono uscita non sono riuscita a impedirmi di piangere. Forti mani che ci guidano lungo strade che seguono il fianco dei monti. Mai avrei pensato di poter essere così tranquilla mentre dirupi impressionanti si aprivano vicino alle nostre ruote, su strade ricche di storia e di fascino immutato. Grazie amici Rhamad, Ishaq e Ramir per il vostro lavoro. Un sorpasso nella nebbia, che si trasforma nel ricordo di un brivido. Lowari Pass, il sorpasso e il brivido, la ciliegina sulla torta. Gesti che appartengono ad una danza antica. Eleganza e bellezza di corpi che seguono il ritmo lento di flauti e tamburi, nella notte chiara della valle degli Hunza. Spiritualità in un luogo dedicato alla morte. Le tombe Kalash, aperte, a mostrarci il ciclo della vita. Spontaneità in un piccolo dono inaspettato. Un semplice gesto nella moschea di Islamabad, qualcosa di cui non bisogna chiedersi il perché. E poi guglie illuminate dal sole. La cattedrale di roccia di Passu, magnifica nell’ora del tramonto. Alte montagne innevate che sovrastano il mondo. Ultar, Rakaposhi, Golden Peak, Trich Mir, meravigliose, quasi intoccabili, sicuramente magiche. Caldo. Quanta acqua abbiamo bevuto a Lahore, Islamabad, Besham, Dir, Peshawar? Stanchezza. Tappe lunghissime e polverose con le nostre tre Jeep, la filosofica, la pettegola, la cinica. Un piatto di more. More bianche di gelso, dolcissime, condivise con il mio fantastico gruppo surrealista. Lascio correre la mente e apro il cuore alle sensazioni che da ogni parte arrivano a me, arricchendo la mia anima di attimi preziosi che giungono dal passato e corrono verso il futuro, senza poter essere fermati in questo presente in cui la vita è come sempre qualcosa che merita di essere vissuto. A queste parole che sono servite solo per tenere insieme i pensieri non ho altro da aggiungere. Assalam aleikum Pakistan.

 

- Nepal – Annapurna: passo dopo passo intorno a una grande montagna

 

Pokhara - Nepal

Avvolta dalla calda luce di questo sole di fine Ottobre chiudo gli occhi, cullata dalla cantilena di una lingua sconosciuta. La prima parola che arriva alla mia mente è pace. Ora posso scrivere di questo nostro andare, dell'odore acre del sudore di caldo e di fatica. Di quello penetrante di fritto e rifritto. O famigliare di salvia selvatica. Od asciutto di strade polverose. Dei sapori: semplici di pane fresco, minestra calda, un biscotto. Esaltante di un pezzo di grana. Dei rumori: il canto del fiume, la voce del vento. Il battere regolare di racchette che aiutano il cammino. L'abbaiare dei cani. Il concerto di invisibili cicale. Dei colori: il blu di un cielo senza nubi. Il verde di foreste a cui si è quasi impreparati. Giallo, arancio, rosso, di decine di fiori. Bruno di miglio maturo. Bianco di castelli di ghiaccio. Argento nei riflessi della Kali Ghandaki. Nero di una notte trapuntata di stelle. Degli incontri: lunghi muri di ruote di preghiera. Bandiere sventolanti nel vento. Carovane di muli. Uomini che talora sembran animali. Genti dai gesti fermati nel tempo. Bimbi sporchi dai sorrisi lucenti. Delle sensazioni: stanchezza che in taluni momenti sembrava schiacciarci. Allegria per una battuta. Gioia per semplici cose dimenticate. Stupore di fronte ad alte montagne e a immense deserte vallate. Lacrime che sciolgono tensioni e che esprimono profonde emozioni. Un lungo cammino fatto di piccoli passi. Grandi spazi intorno a noi. Tempo per esplorare quelli chiusi dentro di noi. Partiti da un luogo siamo arrivati ad un altro. Non abbiamo chiuso un cerchio, quasi ad indicare che il cammino non finisce mai. Confinare un viaggio dentro a delle parole limita sempre ciò che si è vissuto, ma ho voluto provare a fissare attimi di questo tempo d'autunno vissuto tra le grandi montagne, che anche ora, in questo momento, svettano imponenti e silenziose, innegabilmente magnifica dimora degli Dei.

 

- Nepal – Il paese del sorriso

 

La proiezione racconta il primo viaggio effettuato in Nepal, precisamente nella valle del Makalu, una sorta di trekking pellegrinaggio avente lo scopo di portare la statua di Guru Rimpoche fino ad un piccolo tempio situato a Yang Lhe, ai piedi della grande montagna. Il luogo è sempre stato considerato sacro dalla popolazione locale e viene usato per lo svolgimento delle cerimonie tradizionali di apertura e chiusura dei pascoli alti.

 

Altre zone del mondo

- Laos - Dove il tempo scorre lento... - Un paese non molto conosciuto, incastrato tra il gigante cinese, la Thailandia, il Vietnam e la Cambogia. Paesaggi diversissimi tra loro da nord a sud, genti altrettanto diverse, paesaggi montuosi, e il dolce scorrere del Mekong... Alcune immagini anche qui sul sito

- Patagonia - Spazi, luci, colori - Un viaggio affascinante, fatto di spazi immensi colmi di natura... immagini

- Kenya – Masai Mara

- Cuba – La terra, la musica, la gente

- Ecuador e Galapagos - Natura e ancora natura

- Perù - Storia che vive ancora

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